“La mia è una famiglia di tennisti – racconta Alessia – ed era difficile che mi avvicinassi ad un altro sport. I miei nonni avevano il campo da tennis in casa, dove mio papà e mio fratello trascorrevano spesso diverse ore. Li vedevo giocare e ho deciso di provare, innamorandomi subito di tutto quanto. Ammetto di aver provato anche danza ma il tentativo non è durato più di un giorno…”
Dal campo dei nonni, il percorso di Alessia prosegue e si trasforma presto in qualcosa di più. “Giorno dopo giorno continuavo ad allenarmi – prosegue la tennista lombarda – e gli apprezzamenti dei maestri iniziavano ad arrivare. Mi sono trasferita presto al Tennis Club Treviglio dove sono stata inserita nel gruppo degli agonisti, continuando ad imparare e ad appassionarmi sempre di più. La scuola? Ho frequentato l’istituto di Relazioni Internazionali per il Marketing, una sorta di Ragioneria con indirizzo linguistico, anche se incastrare impegni scolastici e tennis iniziava a diventare sempre più complicato”.
L’America. Un’idea che a casa di Alessia arriva tardi ma solo come ufficialità. “Marta, la mia migliore amica, continuava a spingere per un nostro trasferimento negli Stati Uniti. I miei genitori sono stati lì per lavoro oltre un anno e mezzo, vivendo un’esperienza unica. Che dire? Io non ero così convinta all’inizio. Avrei dovuto lasciare casa, salutare gli amici ed interrompere una relazione. Allo stesso tempo non avevo le idee chiare sul percorso universitario e alla fine mi sono decisa. Corrado mi è stato di grande aiuto, mi ha messo in contatto con i coach e tramite lui siamo arrivati a capire che la scelta migliore sarebbe stata la Jacksonville State University, in Alabama.